“Se fossero confermate nel Consiglio dei Ministri di giovedi le misure che stanno trapelando sui giornali, e relative alla proposta di Manovra economica triennale avanzata dal Tesoro, saremmo di fronte all'ennesima occasione sprecata. Non vi è traccia, ancora una volta, di quelle politiche di sviluppo e sostegno alla crescita che servono al Mezzogiorno e che servono al Paese”.
Ad affermarlo è il Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Paolo Graziano. “La riduzione delle imposte è rinviata, così come rinviate al biennio 2013-2014 - quindi alla prossima legislatura - sono la quasi totalità delle misure più incisive (40 mld di euro sui 45 complessivi)”, sottolinea Graziano. “Per tenere i conti in regola occorre certo contenere la spesa pubblica, ma ancora di più far crescere il Prodotto Interno Lordo. Sul primo punto restiamo ben lontani dall'obiettivo di una profonda e seria riqualificazione della spesa pubblica ispirata all'efficientamento della macchina statale e della sua pletorica governance. Il secondo punto, poi, è ‘non pervenuto’. Nessun riferimento al Piano Sud, nessun riferimento allo sblocco dei Fondi Fas complementari a quelli stanziati dalla Ue che altrimenti restano congelati e non spendibili, nessun intervento prioritario per avviare le opere pubbliche contenute nel Grande Piano Infrastrutture, nessun investimento su scuola e formazione d'eccellenza. Dormienti sono anche le norme attuative, già strombazzate nei mesi scorsi, per le Zone Franche Urbane e le Aree a burocrazia zero per gli investimenti. Il Credito di Imposta è stato messo da parte”. “Dopo tanto parlare di Mezzogiorno, con addirittura la predisposizione di un apposito ‘Piano’ – conclude il Presidente dell’Unione Industriali - ci aspettavamo l'avvio di una seria e concreta stagione di interventi, misure, azioni volte a colmare il divario territoriale. Ovviamente ci eravamo illusi. Siamo di fronte all'ennesimo vuoto calcolo contabile per raggiungere un ipotetico pareggio di bilancio entro il 2014. L'elementare assunto per cui solo dove c'è sviluppo può esserci rigore, sembra lontano dal sentire di questo Esecutivo. Con la disoccupazione al 30%, 35% quella giovanile e 40% quella femminile, un tasso di crescita annuo dello 0,qualcosa%, un tasso di povertà al 25%, e una drammatica crisi dei consumi ormai in piena stagnazione da due anni, il Mezzogiorno non potrà di certo aderire con slancio all'ennesima ‘esaltante’ stagione del rigore e dell'austerità invocata dal Governo!”.
 


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