Lo scorso 10 marzo, Confindustria è intervenuta in Audizione presso le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione in legge del DL n. 17 del 2022: misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

Nel corso del 2021 il prezzo dell’energia elettrica in Italia è passato da circa 50 €/Mwh a 200 €/Mwh e anche il prezzo del gas è salito da circa 20 €/Mwh a quasi 80 €/Mwh: in entrambi i casi, c’è stato un aumento del 400%. Nel 2022 i prezzi di elettricità e gas hanno continuato a gonfiarsi con un ulteriore +200%. Ad oggi, l’incremento ammonta a 1.497,8% rispetto ai prezzi di febbraio 2020 (prima dello scoppio della pandemia): in altri termini, siamo a 15 volte il prezzo di allora.

Il deflagrare del conflitto russo-ucraino ha peggiorato il quadro, proiettando incertezze enormi sugli approvvigionamenti di gas e petrolio e ciò, vista l’elevata dipendenza europea ed italiana dall’import russo di queste fonti, ha finito con l’alimentare appetiti speculativi di natura finanziaria, che prezzano il possibile rischio energetico.

Il contesto congiunturale nel quale è stato varato il DL energia è totalmente cambiato in chiave peggiorativa.

Pertanto, Confindustria ritiene che occorra un potenziamento inedito delle misure fin qui adottate, sia sul piano congiunturale, per calmierare gli impatti devastanti dello shock energetico; sia su quello strutturale, per incrementare la capacità di resistenza del sistema produttivo italiano e condivide l'esigenza del Governo di utilizzare tutte le leve disponibili sul piano congiunturale, anche attraverso una profonda revisione della fiscalità e parafiscalità energetica sterilizzando, gli effetti incrementali dovuti all’aumento dei prezzi energetici.

Il decreto ha avuto il merito di introdurre un importante cambio di paradigma per la politica energetica nazionale degli ultimi 10 anni riguardo allo sfruttamento delle risorse nazionali di gas naturale ed è positivo aver riproposto e migliorato lo strumento del credito di imposta sia con riferimento al settore elettrico, sia a quello del gas.

Tuttavia, per quanto comprensibile il vincolo sulle risorse pubbliche, nello scenario corrente non è pensabile continuare ad agire su base trimestrale, occorre dare maggiore stabilità alle misure di sostegno, con durate di almeno 1 o 2 anni.

In sintesi, Confindustria presenta tre proposte di intervento a completamento e ad integrazione delle misure varate dal Governo: 

  1. mettere a disposizione dei settori industriali elettro-intensive 25 Twh ad un prezzo prestabilito di 50 €/Mwh, a fronte dell’impegno dell’industria italiana a sviluppare investimenti per una capacità produttiva equivalente a 12 GW di produzione fotovoltaica e 5 GW di produzione eolica all’interno delle aree idonee che Stato e Regioni dovranno identificare per legge (D.lgs 199/2021 art 20 e 21 Direttiva Rinnovabili) entro il 31/12/2022;
  2. combinare l’estrazione di risorse nazionali di gas con vantaggi congiunturali alle imprese tramite credito di imposta a partire dal 1° gennaio 2022 e fino alla disponibilità fisica delle forniture di gas consegnate dal GSE;
  3. massimizzare, fino ai limiti consentiti dalla Commissione europea, le agevolazioni sulle aliquote fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas.

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